Artigiani arrabbiati, c’è da pagare entro il 31 marzo il famigerato canone speciale Rai: spesa inopportuna con le attività chiuse per la pandemia Covid
Manca il buon senso: quanto meno i costi andrebbero riparametrati sui giorni di apertura effettiva o meglio ancora sulla base della diminuzione del fatturato delle imprese.
Chiuse per decreto, o fortemente limitate nelle loro attività a causa della Pandemia Covid, eppure per gli artigiani e commercianti, le migliaia di balzelli continuano a correre anche quando il buon senso indicherebbe il contrario. È il caso del famigerato canone speciale Rai che fa arrabbiare gli artigiani –spiega il portavoce Franco Bruno della CNA- dal momento che si deve pagare chi, nella propria attività, ha monitor o televisori. I soggetti al canone speciale RAI sono quelli apparecchi, che hanno al proprio interno un sintonizzatore. E’ il caso di televisori e videoregistratori, ma non, ad esempio, dei computer senza sintonizzatori, dei monitor ecc. L’ l’importo varia in base all’ attività e non ha subito variazioni rispetto al 2020. Spesa inopportuna perché molti degli abbonati –aggiunge Bruno – sono le migliaia di attività artigianali e commerciali, come parrucchieri, estetiste, pubblici esercizi, ristoranti, alberghi, e via di seguito, che hanno subìto e stanno ancora subendo le maggiori ripercussioni economiche della pandemia. Sostenere il servizio pubblico è un dovere sacrosanto, ma in questo periodo di grave emergenza economica –conclude Bruno – quanto meno i costi andrebbero riparametrati sui giorni di apertura effettiva, o meglio ancora sulla base della diminuzione di fatturato accusata dalle imprese. Invece, per il momento, c’è solo una proroga del pagamento del canone speciale: il 31 marzo 2021. Rai di tutto e di più, ma non per gli artigiani e i commercianti!!!!