Arriva l’ennesima beffa per i pensionati con la prossima legge di bilancio2021 .
Si profila il prolungamento del blocco della rivalutazione degli assegni delle pensioni in un contesto di grave crisi economica e sociale per le persone anziane , più fragili a causa della pandemia Covid
Si profila l’ennesima presa in giro per i pensionati con il prolungamento del blocco della rivalutazione degli assegni. A denunciarlo è la CNA dopo averlo appreso dalla bozza della prossima legge di bilancio che il Governo dovrà approvare per la fine del 2020. Tra le amare soprese e le solite discriminazioni sociali per i pensionati si prevede lo slittamento al 2023 del sistema di rivalutazione in vigore prima degli innumerevoli blocchi messi ripetutamente in atto dal 2011. Tale meccanismo doveva andare a pieno regime dal 1° gennaio 2022 -continua Bruno- e avrebbe garantito un legittimo recupero del potere d’acquisto delle pensioni ,che nel corso degli ultimi anni si fortemente consumato . Si penalizza una categoria , che ha contribuito sul piano della tassazione e nel mondo del lavoro e che in questa situazione di emergenza sociale ed economica a causa della pandemia Covid colpisce duramente il potere d’acquisto .Basti pensare che oltre un terzo dei nostri pensionati percepisce redditi da pensione inferiori a mille euro al mese, calcolando l’importo annuo ricevuto su 12 mensilità . Oltre cinque milioni di pensionati hanno assegni inferiori a questa soglia . Quasi 1,6 milioni tra questi hanno assegni fino a 500 euro . Pensioni da fame che offendono la dignità delle persone . Se il prolungamento del blocco della rivalutazione degli assegni sarà confermato dal Governo sarebbe un gravissima ingiustizia sociale , morale e civile e di riflesso la CNA lancia un appello alle forze politiche di maggioranza e di opposizione al fine di intervenire con determinazione per confermare il meccanismo di rivalutazione piena.